Parlo molto di realtà, e visto che si tratta di un termine così complesso, mi sembra giusto condividere cosa intendo quando mi rivolgo a lei. Sono dell'idea che la realtà scaturisca da una relazione, e più precisamente dal rapporto che una persona riesce a intessere con il mondo. La realtà quindi non è solo là fuori, ma emerge dal modo con cui si riesce a dialogare, sperimentare e abitare il tempo e lo spazio della propria esistenza.
Faccio un esempio concreto. Se vado a fare una passeggiata in montagna, la realtà non sarà composta dagli alberi, la temperatura, le nuvole e il paesaggio che vedo, ma scaturirà dal mio grado di coinvolgimento; da quanto riuscirò a sentirmi partecipe di tutto ciò. Quindi la realtà sarà racchiusa in ogni mia azione, gesto, emozione, sentimento, pensiero, attenzione, volontà, cura, grado di partecipazione eccetera che saprò dedicare alla relazione con l’attorno. La realtà, insomma, è in grado di scaturire e nel contempo definire l’esperienza che avrò col mondo.
La realtà quindi, non è statica e oggettiva ma dinamica e personale. Un modo molto utile ed estremamente efficace che ho trovato per relazionarmi con l’attorno consiste nel raccogliere istanti, ma di questo ne parlerò la prossima volta, anzi, credo che ne parlerò spesso. Sono infatti convinta che a unire tutti gli istanti (o almeno quelli che sarà possibile), si possa accedere a un’idea di realtà comune, che non è da intendersi come il risultato di una media ma come la somma di ogni autentico e personale sentire.
Questa la mia idea di realtà. Ovviamente fra un paio di giorni vi chiederò, se ne avrete piacere, di condividere la vostra.
Lieti momenti
Giada