#PROSERPINA

Proserpina accolse l’ombra di sé con cui si unì, conquistando la libertà dell’essere. Simbolo di coloro che sanno accettarsi nella totalità, condizione da cui può emergere (proserpere in latino) la reale essenza con cui fecondare il ventre della propria esistenza.

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Proserpina fu rapita da Plutone, dio del regno dei morti, di cui divenne la sposa. Figlia di Zeus e Cerere, dea delle messi, la madre per il gran dolore smise di adempiere ai suoi compiti provocando carestia e siccità.

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Nel frattempo Proserpina ruppe il digiuno (condizione che le avrebbe permesso di tornare nel regno dei vivi) mangiando dei chicchi di melograno, azione che la legò per sempre all’oltretomba.

Zeus, per rimediare a quanto stava accadendo sulla terra, scese negli inferi e si accordò con Plutone: per sei mesi Proserpina avrebbe potuto stare con la madre, periodo in cui nacquero la primavera e l’estate, mentre per i restanti sei sarebbe dovuta tornare dal marito, provocando l’autunno e l’inverno.

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Al mito di Proserpina, dea degli inferi, si attribuisce l’origine delle stagioni, è considerata una divinità materna della terra, della fertilità e del sesso, oltre che protettrice dei raccolti; è considerata una dea libera.

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