[#artenarrativa] Quando ascolto una testimonianza la osservo mettendo in pausa l’immaginazione, creando una sorta di vuoto visivo o meglio, tenendo gli occhi bene aperti ma con il il punto di messa a fuoco (che poi non è proprio un punto ma sono milioni) posto altrove.
Lascio vagare il racconto per l’atelier, nel corpo, tra le sensazioni, fra il tempo, sulla tela, in un orizzonte senza riferimenti affinché possa infine manifestare il suo, di panorama. Poi accade un po’ come con l’alta marea quando si ritira: sulla spiaggia appaiono conchiglie, sassi, alghe e sabbie e animaletti e cose e riflessi e profumi.
Ciò che resa non è il mare ma un approdo, un’impronta del nostro camminare per il vasto oceano della vita. Ecco ciò che cerco di rappresentare nei miei lavori di #artenarrativa: la biografia dell’umanità nel suo perpetuo ondeggiare.