#nonmanifesto

Appello per la creazione di un manifesto del male #nonmanifesto, e quindi anche un po’ del bene

Prendendo spunto da un atto di vandalismo accaduto sabato notte a un’esposizione in cui era presente anche una mia opera, vorrei aprire un appello lampo: 10 giorni di raccolta testimonianze per creare un manifesto delle medesime dimensioni di quello imbrattato (dim. cm 100x70).

Immersi nei conflitti - In questo periodo siamo particolarmente confrontati con i conflitti per le situazioni internazionali ormai note a tutti, e visto che anche un semplice imbrattamento di opere è espressione di conflitto, ho deciso di provare a cogliere l’immagine della cattiveria o del male che tutti possediamo ma che decidiamo di non mettere in atto. Quante volte abbiamo pensato adesso vado e gli taglio le gomme, o gli tiro un pugno, o gli spacco tutto, o adesso mi faccio sentire, o gli brucio la casa? Pensieri solitamente alimentati da rabbia e frustrazione, a volte paura o vendetta. Ci sta, siamo umani, ed è proprio nel non mettere in atto certi pensieri che si rivela la nostra statura.

Appello manifesto #nonmanifesto - Mi piacerebbe ricevere messaggi in cui mi raccontate il male che non avete manifestato. Possono esse situazioni vere o inventate, basta che abbiano a che fare con la vostra energia distruttiva, che sapete di avere ma non esercitate perché la differenza sta proprio in questo: non nel non possederla, ma nella scelta che ne facciamo ogni giorno, se incarnarla o no. Prendetelo come un esercizio, un esperimento o se preferite un gioco di ruolo, e se dovesse arrivare anche qualche confessione va bene: a volte occorre sporcarsi le mani per capire che non ne valeva la pena (o forse sì).

Cosa fare - Il messaggio è da inviarmi in forma vocale al numero +41793136659 entro il 24 marzo (Whatsapp, Telegram, Signal), o se preferite come allegato mail a info@giada.ch, e se desiderate apparire in forma anonima è sufficiente indicarlo. Ribadisco: è un esercizio, un gioco, un provare a dare voce alla parte più oscura di ognuno di noi; l’ascolto che dedicherò ai messaggi sarà come sempre in modalità ricettiva, quindi non giudicherò ciò che vien detto ma semplicemente lo accoglierò in attesa che si risolva su tela in un atto creativo. 

Chi crede di essere buono è pericoloso - Occorre stare “con la propria crudeltà, con l’indifferenza, sentendola, contemplandola e rinunciando ad agirla. […] Solo conoscere la propria capacità di nuocere e addestrarsi a non esercitarla può far accedere alla bontà fondamentale, o intelligenza del cuore - Chandra Candiani”. Ecco ciò che vorrei immortalare: la forza della cattiveria sentita ma non esercitata, un manifesto del non-manifesto in cui poter così intravvedere, forse, il vero bene. Grazie per quanto riuscirete a fare, partecipando o divulgando l’appello 😊🙏.