Ieri sera ho vissuto un’esperienza culinaria che definirei da Fight Club. Avete in mente la scena di Edward Norton dell'uomo Ikea, quella in cui si guarda in giro per l’appartamento e appaiono i mobili con le descrizioni? Ecco: uguale! Appena il piatto veniva appoggiato sul tavolo gli odori scatenavano un catalogo di apparizioni: mangiavo e nella mia mente apparivano cose.
Per lasciare che lo chef ci potesse offrire la sua ambientazione preferita, io e Beatrice abbiamo optato per la versione del menù Sperimentazione a mano libera; sei portate (esiste anche quella da nove) in cui non capivi nemmeno se ti trovavi nel reparto salotti o camera da letto, men che meno ciò che dovevi montare. Eh già, perché come ogni buon prodotto Ikea era necessario assemblarselo da sé, e in più senza istruzioni da seguire.
Cioè, come unire latte di mandorla amara, cavolo rosso, caviale e midollo affumicato? Ma soprattutto: con cosa incastrarli assieme? Considerato che gli unici strumenti di cui disponevamo erano occhi, naso e palato, abbiamo usato quelli; alla fine non solo l’assemblaggio è risultato solido e ben strutturato, ma potevi persino riempirlo con le tue cose come ricordi, evocazioni, immagini e chiacchiere perché giuro: erano sapori contenitori, dentro ci potevi mettere una storia!
Invece coi cappelletti di formaggio caprino al tè di pomodoro e verbena odorosa l’esperienza è stata oserei dire da sofà. Della serie che il ripieno era liquido in modo che potesse scoppiare in bocca per unirsi al brodo profumato l’esatto istante in cui veniva inghiottito. Capite? Qui non si è trattato di costruire qualche cosa che stesse su, ma che l'unione avvenisse nel preciso istante in cui i sensi si lasciavano comodamente sprofondare nello stomaco.
Poi è vero che in Fight Club si parla di tutt’altro e che insomma per regola non se ne dovrebbe parlare per ben due volte ma insomma, secondo me merita (enne bi: non prendo nulla a consigliarvelo). E niente: il ristorante è il Materia a Cernobbio per il cui link è sufficiente cliccare qua (tra l’altro: personale giovane, squisito, competente e gentile; carta dei vini interessante con possibilità abbinamento calice/portata). Ora aggiungo qualche foto fatta col cellulare (sì, quella cosa croccantina che si vede adagiata sulla spuma è cervella impanata) e, per chi non se la ricordasse (possibile?), a fondo pagina trovate la sequenza di Norton, affinché da memorabile scena possa anche per voi trasformarsi in un'indelebile cena. E buon viaggio.