Le mattinate autunnali hanno un non so che di diverso; il cielo terso, l’aria limpida, i rumori chetati, sembra aria di montagna giunta al piano, a un piano che ieri era quello del lungolago di Lugano. Passeggiare, perdersi, osservare, avere tempo: grande ricchezza. E così, fra un caffè e un aperitivo, ecco scorrermi davanti agli occhi Piazza Riforma. Il tutto è stato innescato da un’asiatica seduta accanto che parlava con un uomo al cellulare via face time: lui urlava, di lei se ne percepiva invece solo il lieve movimento delle labbra.
È stato un attimo e puff, nel momento sono apparsi i due cani seduti tranquilli, un papà che ha alzato il bimbo al cielo a cui è toccato aggrapparsi a un naso così grande, due anziani che trasportavano, uno per lato, una cassetta piena di viole. E poi palloncini, cappuccini e caffè ordinati fra spriz e prosecchi e una farfalla posatasi sulla mano di una bimba ha reso invidiosa l’amica: ne voleva una anche lei. Uno scoppio di risa improvviso ma di quelli belli, di quelli che ti fanno mettere le mani sulla bocca e poi guardare in giro per controllare se qualcuno ha sentito ed è un sì ma grazie, ho sorriso con voi. E poi è cominciata la danza del sole, di quelli che chiudono la giacca e di quelli che la aprono, di quelli che spostano il tavolo un po’ più in là, chi al sole chi all’ombra, di chi cambia posto e chi no a me piace, di ombrelloni che si aprono e che si chiudono, di gente che scorre in pantaloncini e maglietta e chi in piumino e jeans. Un’oliva.
Una donna piccolina vestita in rosso che dondola le gambe a penzoloni seduta su una panchina. Chi gioca con l’anello al dito, chi attende qualcuno girandosi di 20 gradi ad ogni tiro di sigaretta, chi porta la maglietta a righe orizzontali e chi quella di Mazinga Z. Un foulard a pois. L’Eleganza. Due simili per mano: fratelli o coppia? Cinque uomini in fila indiana, dal più alto al più basso. Gli stand di Migros, Greenhope ed Event More. Un’altra oliva. Pipì. Capelli ricci, ma di quelli ricci ricci, riccissimi, e poi un gigante magrissimo, un naso da Ciranò e “scusi l’attesa”, una dichiarazione d'amore scritta sul giornale, messaggi fra amiche, l’Illustration dal 1859, una persona a bocca aperta e una mano che si posa su una guancia. Poi la farfalla, quella che era sulla mano della bimba è tornata sul fiore, sul suo fiore… la natura non pensa, la natura va a istinto, la natura semplicemente fa ciò che sente, che è giusto, il suo giusto, il suo fiore. L’ultima oliva.
Pago e me ne vado, mentre dal palco un coro di bambini intona un classico di Jakson “Heal The World, Make It A Better Place, For You And For Me, And The Entire Human Race, There Are, People Dying, If You Care Enough, For The Living, Make A Better Place, For You And For Me”… crea un posto migliore, per te e per me, il nostro giusto, la nostra bolla, il mio fiore.