quadro

Oltre i confini si trova Borderline: acrilico su tela dim. cm 310 x 160

In questo lavoro ho voluto indagare le linee di confine, entro le quali puoi sentirti una volta invaso, una protetto, creare uno spazio in cui accogliere o restarvi prigioniero. Le puoi erigere ma possono non risultare efficaci, oppure le vorresti abbattere ma non sai da dove iniziare.
Possono fungere da argini, per non disperdersi, altre invece da barriere, entro le quali però non riesci più a perderti. Poi ci sono i confini dello sguardo, dell'attorno, della notte, delle parole, delle sensazione e della pelle.

Andare oltre, questo è il mio Borderline.


Acrilico su tela dim. cm 310x160, marzo 2017, #silsatelier.

Progetto su tela: Antenati con le radici

Ho scelto di tramutare in opera artistica questo progetto perché credo molto nella trasformazione dell’ordinario in meraviglia: un’alchimia necessaria affinché la magia possa tornare a circolare nel quotidiano, rendendo ogni giorno non solo un fatto scontato ma soprattutto un’esperienza unica che val sempre la pena vivere.

Gli alberi. Grandi, possenti, vivi, detentori di segreti e veri e propri orologi del tempo che passa, poi ritorna, e infine se ne va. Il Teatro dei Fauni di Locarno ha deciso di tramutare in esperienza collettiva il tesoro racchiuso in questi esseri attraverso il progetto “Antenati con le radici”. Durante gli incontri, gratuiti e aperti a tutti, gli interessati si ritrovano ai piedi di un albero centenario della città per sentirne raccontare la storia, la provenienza, aneddoti, segreti e proprietà, il tutto accompagnato da un’azione scenica di teatro, danza e/o musica. Ai presenti viene inoltre consegnato un dossier contenente quanto udito, in modo che il prezioso sapere possa venir condiviso con altri: piccoli semi di rispetto e curiosità pronti a germogliare nelle coscienze altrui. 

Da questa idea è nato il dipinto, in acrilico dim. cm ca. 40x55, su cui ho inoltre riportato un testo di Hermann Hessedel 1919 tratto da “Alberi”, che mi sembrava coerente con il messaggio dato dalla performance:

“Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita. Gli alberi hanno pensieri duraturi, di lungo respiro, tranquilli, come hanno una vita più lunga della nostra. Sono più saggi di noi finché non li ascoltiamo. Ma quando abbiamo imparato ad ascoltare gli alberi, allora proprio la brevità, la rapidità e la precipitazione infantile dei nostri pensieri acquistano una letizia incomparabile. Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi, non desidera più essere un albero. Non desidera essere altro che quello che è. Questa è la patria. Questa è la felicità”.

Il presente lavoro è stato concepito come premio per l’edizione di #faigirarelacultura del 2016. Per partecipare all’edizione del 2017 clicca qui: potrai vincere, oltre a numerosissime opportunità e premi, una personale elaborazione fotografica del tuo progetto.

Nella fotografia la consegna del premio a Santuzza Oberholzer del Teatro dei Fauni di Locarno, attraverso la persona di Roberta Nicolò.

Hopscotch, ovvero il gioco della campana o del mondo

In inglese lo chiamano Hopscotch, mentre da noi è più conosciuto come il gioco del mondo o della campana. Questo quadro l'ho voluto chiamare così perché nel mio caso la campana è suonata davvero: il mondo chiama, devo andare. Via. Via di lì, da quel posto, ma solo perché mi è impossibile impacchettarlo e portarlo con me. Vuoi mettere? Esistono pochi luoghi simili, piccoli gioielli la cui luce arriva non solo lontano, ma soprattutto dove deve arrivare. Temevo il momento in cui avrei appoggiato il pennello, e invece mi son ritrovata a sorridere con gran serenità e pensare che nulla è più giusto di ciò che sta accadendo, compreso lasciare posti e persone a cui voglio bene, piccoli gioielli ognuno di loro. E niente, questa quindi è l'ultima opera realizzata a Ligornetto, in acrilico e pastelli a olio (novità dovuta all'influenza di una mostra di Basquiat appena visitata ;-)), nelle solite dimensioni di cm 310x160. La prossima la realizzerò in Engadina ma ci vorranno ancora un paio di mesetti, visto che l'atelier me lo daranno in febbraio ma fino al 20 sarò occupata con i mondiali di sci. E quindi bye bye Ligornetto: grazie per avermi permesso di accedere all'apertura a cui porta il grande formato, ma soprattutto grazie a coloro che mi hanno permesso di vivere tutto ciò: per sempre nel cuore. 

Se poi volete fare un giro in tutta la galley, cliccate qui.