Virgola da tempo non era felice. Troppe le prese in giro dei compagni, molte le umiliazioni fino a quel giorno subite: “Sei solo una pausa breve”, si sentiva ripetere, “Sei un intervallo buono unicamente a rallentare”, le dicevano in continuazione. Nel cuore di Virgola cominciò a nascere il desiderio di diventare altro, qualche cosa di secondo lei più grande, più elevato. Decise quindi di porre dei cambiamenti radicali alla sua vita. Fece dei corsi, eseguì numerosi esercizi, si impegnò molto e si rimise a studiare, fino a quando fu finalmente nominata Apostrofo. Felice di poter vedere coloro che la schernivano dall’alto, Virgola si posizionò subito nel posto lasciato libero da un’elisione. “Assassina”, sentì però gridare, “Sei crudele”, le arrivò come accusa. Ma come, pensò, ora sono un Apostrofo, che male posso aver mai fatto? “Fai cadere vocali o le tronchi, e fai sparire cose attraverso l’aferesi”, le dissero i maligni.
Avevano ragione anche questa volta, si disse Virgola, ma forse una soluzione a tutto ciò esisteva. Senza perdersi d’animo si rimise a studiare, seguì un rigidissimo allenamento e si impose grandi sacrifici fino a quando riuscì a sdoppiarsi, momento in cui poté finalmente conseguire il diploma di Virgolette. Ora non faccio più del male a nessuno, concluse soddisfatta, prima di andare a posizionarsi all’interno del testo. Ma l’illusione di pace ebbe vita breve, alcuni minuti dopo infatti voci nemiche cominciarono a risuonare all’interno del paragrafo: “Copiona copiona”, sentì cantilenare “Di tuo non hai proprio nulla”, aggiunsero. All’inizio non capì, ma poi comprese: al suo interno ora solo citazioni o discorsi altrui, e a lei cosa restava? Dove era andata a finire la sua identità? Virgola questa volta si sentì molto demoralizzata: tutta questa fatica per ritrovarsi al punto di partenza.
Fu proprio un Punto, in quel momento, a passare di lì: “Virgola Cara, cosa c’è che non va?”, disse egli con quella nobiltà d’animo che lo contraddistingueva e che obbligava tutti a rivolgersi a lui iniziando in maiuscolo. “Ho fatto tanto per cambiare, ma sono stati sforzi vani”, disse ella esponendogli la situazione. Punto l’ascoltò con attenzione e quando il racconto terminò le disse: “Virgola, tu sei perfetta così, e il tuo ruolo è importantissimo. Permetti alle persone di riprendere fiato, inoltre puoi decidere se far diventare un numero enorme o molto piccolo, senza dimenticare il ritmo che puoi dare a un paragrafo. Sei come un direttore d’orchestra, ma da sola puoi fare ben poco. Ascolta le parole che ti risuonano attorno, entra in loro, conoscile, e vedrai che diventerà per te semplice e naturale capire dove posizionarti affinché possa nascere una melodia meravigliosa. Devi imparare a fidarti, cominciando da me”.
Punto con quelle parole mise fine a un periodo complesso per Virgola, la quale finalmente tornò a sorridere: “Son contento se sei contenta”, disse lui, prima di baciarla. E fu così che tempo dopo per i testi cominciarono ad apparire tanti piccoli punto e virgola piuttosto indisciplinati ma d’altronde si sa, a saperli usare veramente bene sono in pochi; molto in pochi; anzi pochissimi; appunto.