Settimana scorsa, mentre ero incastrata tra alcuni pensieri e ridondavo nel solito vagare, mi sono imbattuta in una cartolina temporale. Sono quelle immagini immortalate tanto tempo fa da qualcuno, inviate in seguito in giro per il mondo intero, libere.
Credo siano state create dal Supremo Fotografo del Grande Architetto, il quale è riuscito a cogliere l’istante esatto in cui un’idea ha preso forma… un click subito dopo essere stata creata, prima ancora di aver potuto esalare il primo respiro… un click in cui è rimasto impresso tutto il potenziale della futura esistenza, un click carico di aspettative. Oppure, più semplicemente, questo Supremo Sconosciuto si è presentato a Dio con un’immagine in mano e gli ha detto "ecco, la voglio così", e così Dio ha dovuto fare.
Le cartoline temporali sono molto abili a camuffarsi, ma ad un occhio attento e ad un animo aperto non possono sfuggire. Giri un angolo ed eccola lì, nel suo massimo splendore etereo, con quel suo modo unico di essere così perfetta, così incontaminata, così intatta. Altra particolarità delle cartoline temporali è che tutti le vedono nello stesso modo. Essendo nate prima di ogni altra cosa se non se stesse, risultano libere da qualsiasi giudizio, gusto personale o parere: semplicemente esistono, e per questo emozionano, sempre!
Come quando fai una curva e lo vedi lì, davanti a te: il mare.
Oppure esci da una galleria ed ecco: la prima neve.
O ti volti improvvisamente et voilà: un campo di girasoli.
Chiudi gli occhi e la senti: una cornamusa nel bosco.
Inspiri profondamente e lo riconosci: l’odore di pino cembro.
Alzi gli occhi al cielo e la scorgi: una libellula.
Immergi la mano in una sorgente e la capisci: l’effervescenza.
Vedi il volto di un anziano e la leggi: la vita.
Attraversi un prato e ti sorprendi: il circo.
Prendo in mano una penna e lo scrivo: il tuo nome.
Giro la cartolina e la invio: il vento.
Non è vero, non serve alcun Supremo Fotografo per immortalare una cartolina temporale, ognuno la può creare da sé; basta pensarla, stamparla nella mente, stringerla tra le mani e inviarla all’infinito… e vedrete che prima o poi, qualcuno, girando l’angolo, la vedrà