Il senso di comunanza di cui parlo in Dimensione Altrova, è emerso dalla mia esperienza di artista pittorico-narrativa. Da più di 7 anni dipingo opere collettive. Sono quadri nati dall’ascolto di messaggi vocali ricevuti in seguito ad appelli lanciati nel web. Ad oggi, da circa 900 voci sono scaturiti una trentina di dipinti di grandi dimensioni.
L’intenzione iniziale era di immortalare la biografia dell’umanità, ma col tempo da quell’insieme è iniziato a sgorgare altro. Il 29 gennaio 2021 scrivevo in un appunto che dall’opera che stavo eseguendo era spuntata una foresta:
“Non che abbia fisicamente disegnato alberi ma ne ho percepito forte il senso. È un insieme capace di donare vastità, brezza, protezione, solidità e ossigeno. Questa presenza ha cominciato a definirsi da sé, a spuntarmi attorno e a manifestarsi chiaramente, inglobandomi”.
La foresta di cui parlavo era il senso di appartenenza rivolto all’insieme degli esseri umani e alla vita:
“Il senso di appartenenza parte dal sé per poi trascenderlo. È una forza più grande, un’entità che diviene tensione, intenzione e cura di ogni elemento che la compone e da cui scaturisce un sentimento di responsabilità verso l’insieme”.
La realtà collettiva che sto cercando di costruire oggi in Dimensione Altrova proviene da lì, da quei dipinti composti da istanti di estrema realtà che circa 900 persone hanno voluto condividere per unirsi oltre le differenze. Ed è proprio da questa loro intenzione che è iniziato a scaturire il senso di comunanza: il sentimento di appartenenza al mondo intimo e profondo che, una volta percepito, ho cercato di approfondire sempre più.
Il dipinto da cui è scaturito tutto ciò si intitola Solstizio Inverno 2020.
Le testimonianze che l’hanno generato erano relative alla domanda: “Raccontami la tua giornata del 21 dicembre 2020”. Qui puoi ascoltare le risposte ricevute.
Grazie per l’attenzione
Lieti momenti
Giada